September 3rd - 4th
Il caldo era opprimente. Si attaccava sui muscoli e non scoraggiava neanche i moscerini che, imperterriti, conitnuavano a infilarsi da ogni parte. Per loro la vita non sembrava affatto difficile. Noi però avevamo un rimedio infallibile per scordarci di tutto e di tutti; chi del lavoro, chi della scuola imminente, chi di qualsiasi cosa volesse sackare per un paio di giorni. Noi avevamo il Football.
Alzo la testa al sole durante gli ultimi esercizi di streaching. Sento tirare in posti dove credevo non ci fosse nessun organo. Stringo i denti, la smorfia di dolore si trasforma in sorriso mentre il sudore mi scende lento sul collo fin dentro la maglietta. Una voce lontana urla "Let's go!" e mi sento sussultare le braccia. Una voce lontana che arriva sin da Buffalo e Denver, confusa nella folla trepidante di sei Super Bowl. Una voce vicina nel corpo e nello spirito, in mezzo a noi a Gaggiano. Guardo gli occhi di Mike Lodish, aperti, convinti. Infilo il casco e prendo un pò di erba a terra, è calda anche lei come il cuore di tutti noi, da Milano a Torino, da Brescia a Salisburgo. L'huddle è pronto, le mani si spezzano in un urlo secco come solo un gruppo vero sa fare. Penso alla mia vita, ai tanti scivoloni, alle tante occasioni perse come palle troppo lunghe per la nostra volontà o alle botte prese come durissimi blocchi. Poi arriva un filo di aria fresca, apro gli occhi. E' un attimo. Arriva il runningback a tutta velocità. Gambe larghe, culo basso, testa alta, bum. Il primo placcaggio della giornata. Ora non importa più nulla. Io ero la. Io ero vivo. Io giocavo a Football. Di nuovo.
Alzo la testa al sole durante gli ultimi esercizi di streaching. Sento tirare in posti dove credevo non ci fosse nessun organo. Stringo i denti, la smorfia di dolore si trasforma in sorriso mentre il sudore mi scende lento sul collo fin dentro la maglietta. Una voce lontana urla "Let's go!" e mi sento sussultare le braccia. Una voce lontana che arriva sin da Buffalo e Denver, confusa nella folla trepidante di sei Super Bowl. Una voce vicina nel corpo e nello spirito, in mezzo a noi a Gaggiano. Guardo gli occhi di Mike Lodish, aperti, convinti. Infilo il casco e prendo un pò di erba a terra, è calda anche lei come il cuore di tutti noi, da Milano a Torino, da Brescia a Salisburgo. L'huddle è pronto, le mani si spezzano in un urlo secco come solo un gruppo vero sa fare. Penso alla mia vita, ai tanti scivoloni, alle tante occasioni perse come palle troppo lunghe per la nostra volontà o alle botte prese come durissimi blocchi. Poi arriva un filo di aria fresca, apro gli occhi. E' un attimo. Arriva il runningback a tutta velocità. Gambe larghe, culo basso, testa alta, bum. Il primo placcaggio della giornata. Ora non importa più nulla. Io ero la. Io ero vivo. Io giocavo a Football. Di nuovo.
(nella foto in alto) Mike Lodish, 11 anni pro NFL, 6 Super Bowl giocati (4 Buffalo Bills, 2 Denver Broncos), 2 Super Bowl vinti.
(nella foto in basso) Un placcaggio di Enricuzzu
1 commento:
... emozionante! Sembra di essere lì a guardarvi.
Un abbraccio.
Claudio.
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