September 17th
Ed eccomi qui. Fresco e spettinato, ma sopratutto atterrato in una New York che sembrava proprio non aspettarmi.
Onestamente, al secondo giorno a Manhattan, non saprei cosa mi ha spinto verso quel posto. Una forza inspiegabile mi ha trascinato come d'impulso al primo momento libero. In men che non si dica, mi sono ritrovato dentro Central Park, nel cuore della Grande Mela.
Non so perche' sono cosi' attratto dal verde, forse perche' dove ho vissuto ce n'e' sempre stato poco, fatto sta che appena mi trovo in un posto che di verde ne ha disegnata anche solo una pennellata, mi ci fiondo. Ancora dalle parti di Green Park a Londra, ricordano con terrore un giovincello che correva palla al piede spaventando bimbi e piccioni!
Central Park: il cuore di una Manhattan che non sta ferma neanche quando si rilassa. Un fiume impressionante di persone che corrono, chi in canotta, chi sculettando, chi affibbiato come un esquimese a Natale. Tutti che corrono. Chi verso destra, chi verso sinistra, chi verso il laghetto, chi verso le viscere del parco. Quasi mi sembrava di riuscire a sfiorare per un attimo i pensieri delle persone. Ognuno con una storia tutta sua, ognuno con problemi che chissa' mai non avrebbero potuto trovare una soluzione all'ombra di qualche albero. Riuscivo a sfiorare i loro pensieri che pero' lesti svanivano quando l'incrocio finiva e la gente si perdeva nel verde.
Mentre passeggiavo mi sono imbattuto in una coppia di scoiattoli che zompettavano sul prato. E a quegli scoiattoli devo dire grazie. Grazie per avermi fatto scordare, anche solo per una decina di minuti, i problemi che mi sono caduti a valanga in meno di due giorni. La consapevolezza di star cominciando un'avventura forse piu' grande di me (cosi' urla lei) ma di non voler mollare (cosi' urlo io). La preoccupazione di non saper dove andare a dormire dopodomani, dato che il mio ostello e' prenotato per una notte ancora. Il sollievo di pensare che forse, se cambio ostello, non posso che migliorare, vista la gente che ho incontrato nel primo. Ma sopratutto, quella brutta sensazione che si ha quando ci si sente soli, in un mondo troppo grande per noi.
Se ho scoperto una cosa, dopo 23 anni grazie a New York, e' di avere un fratello. Sembra una banalita', ma le persone - specie quelle care - ti rendi conto di averle vicine quando sei lontano e loro fanno fatica a starti vicino. Fanno fatica si, ma non mollano. E credo che senza mio fratello, i contorni di questa avventura sarebbero stati ancora piu' duri.
Appoggiato alla ringhiera davanti allo splendido lago nel mezzo del parco, pensavo anche ai miei genitori, forse ormai troppo vecchi per stare dietro i sogni del figlio minore. Pensavo che loro, materialmente non avrebbero saputo come aiutarmi senza Andrea (mio fratello). Non capiscono molto di vita all'estero e devono combattere gia' con tanti problemi nel quotidiano... pensare ad un figlio oltreoceano non e' per nulla facile, anzi una preoccupazione in piu'. E lo sentono. Lo avvertono ed io di conseguenza. Diecimila telefonate al giorno, tante ricariche tempestive del cellulare, mi stanno vicino come possono. Ma la loro frustrazione nel non sapermi aiutare a cercare un appartamento, nel non saper come convincere il mio tutor aziendale a darmi un mano, nel non saper anche solo come bloccarmi un ostello per una settimana di fila, la sento sulla mia pelle. E mi piange il cuore. A mio fratello l'ennesimo compito: asciugare le lacrime di mia madre e rincuorare mio padre. La prima, spaventata a morte per il "suo bambino", il secondo, uomo che si e' visto cancellare tutto d'un colpo le recenti turbolenze col sottoscritto, giocoforza.
All'ombra di un albero, in mezzo alla gente che correva veloce, fissavo i riflessi dei grattacieli di Manhattan sull'acqua. Quell'acqua magica dal quale sembrava nascere un mondo intero. Il sole ormai aveva timbrato il biglietto e stava andando a riposare, mentre io confermavo i miei sospetti. No, New York proprio non mi stava aspettando ed una volta arrivato non mi stava neanche degnando di uno sguardo. Ma a me piace credere che forse, mi stava spiando nascosta dietro qualche foglia in attesa della mia prossima mossa, per vedere se la merito davvero. Per vedere se riusciro' a crescere con la citta' e togliermi i panni del "troppo piccolo" in un mondo "troppo grande". In fondo, se proprio si vuole, Central Park si gira tutta in poco tempo. E Central Park, altro non e' che New York, nascosta in un magico filo d'erba.
Enricuzzu
(nella foto) Central Park, Manhattan (NY)
Non so perche' sono cosi' attratto dal verde, forse perche' dove ho vissuto ce n'e' sempre stato poco, fatto sta che appena mi trovo in un posto che di verde ne ha disegnata anche solo una pennellata, mi ci fiondo. Ancora dalle parti di Green Park a Londra, ricordano con terrore un giovincello che correva palla al piede spaventando bimbi e piccioni!
Central Park: il cuore di una Manhattan che non sta ferma neanche quando si rilassa. Un fiume impressionante di persone che corrono, chi in canotta, chi sculettando, chi affibbiato come un esquimese a Natale. Tutti che corrono. Chi verso destra, chi verso sinistra, chi verso il laghetto, chi verso le viscere del parco. Quasi mi sembrava di riuscire a sfiorare per un attimo i pensieri delle persone. Ognuno con una storia tutta sua, ognuno con problemi che chissa' mai non avrebbero potuto trovare una soluzione all'ombra di qualche albero. Riuscivo a sfiorare i loro pensieri che pero' lesti svanivano quando l'incrocio finiva e la gente si perdeva nel verde.
Mentre passeggiavo mi sono imbattuto in una coppia di scoiattoli che zompettavano sul prato. E a quegli scoiattoli devo dire grazie. Grazie per avermi fatto scordare, anche solo per una decina di minuti, i problemi che mi sono caduti a valanga in meno di due giorni. La consapevolezza di star cominciando un'avventura forse piu' grande di me (cosi' urla lei) ma di non voler mollare (cosi' urlo io). La preoccupazione di non saper dove andare a dormire dopodomani, dato che il mio ostello e' prenotato per una notte ancora. Il sollievo di pensare che forse, se cambio ostello, non posso che migliorare, vista la gente che ho incontrato nel primo. Ma sopratutto, quella brutta sensazione che si ha quando ci si sente soli, in un mondo troppo grande per noi.
Se ho scoperto una cosa, dopo 23 anni grazie a New York, e' di avere un fratello. Sembra una banalita', ma le persone - specie quelle care - ti rendi conto di averle vicine quando sei lontano e loro fanno fatica a starti vicino. Fanno fatica si, ma non mollano. E credo che senza mio fratello, i contorni di questa avventura sarebbero stati ancora piu' duri.
Appoggiato alla ringhiera davanti allo splendido lago nel mezzo del parco, pensavo anche ai miei genitori, forse ormai troppo vecchi per stare dietro i sogni del figlio minore. Pensavo che loro, materialmente non avrebbero saputo come aiutarmi senza Andrea (mio fratello). Non capiscono molto di vita all'estero e devono combattere gia' con tanti problemi nel quotidiano... pensare ad un figlio oltreoceano non e' per nulla facile, anzi una preoccupazione in piu'. E lo sentono. Lo avvertono ed io di conseguenza. Diecimila telefonate al giorno, tante ricariche tempestive del cellulare, mi stanno vicino come possono. Ma la loro frustrazione nel non sapermi aiutare a cercare un appartamento, nel non saper come convincere il mio tutor aziendale a darmi un mano, nel non saper anche solo come bloccarmi un ostello per una settimana di fila, la sento sulla mia pelle. E mi piange il cuore. A mio fratello l'ennesimo compito: asciugare le lacrime di mia madre e rincuorare mio padre. La prima, spaventata a morte per il "suo bambino", il secondo, uomo che si e' visto cancellare tutto d'un colpo le recenti turbolenze col sottoscritto, giocoforza.
All'ombra di un albero, in mezzo alla gente che correva veloce, fissavo i riflessi dei grattacieli di Manhattan sull'acqua. Quell'acqua magica dal quale sembrava nascere un mondo intero. Il sole ormai aveva timbrato il biglietto e stava andando a riposare, mentre io confermavo i miei sospetti. No, New York proprio non mi stava aspettando ed una volta arrivato non mi stava neanche degnando di uno sguardo. Ma a me piace credere che forse, mi stava spiando nascosta dietro qualche foglia in attesa della mia prossima mossa, per vedere se la merito davvero. Per vedere se riusciro' a crescere con la citta' e togliermi i panni del "troppo piccolo" in un mondo "troppo grande". In fondo, se proprio si vuole, Central Park si gira tutta in poco tempo. E Central Park, altro non e' che New York, nascosta in un magico filo d'erba.
Enricuzzu
(nella foto) Central Park, Manhattan (NY)
10 commenti:
wmilan
enry,oggi spero di mandarti l'indirizzo del mio amico giusto
ciao
nino falletta
enrico il wmilan un centra niente,solo lo scherzo di un mio amico ciao
Ormai dovresti averlo capito: dopo tanti anni e tanto affetto, anche in virtù della salda amicizia con Andrea, per me sei come un fratello più piccolo e a te sono tanto affezionato. Provo orgoglio quando ti vedo crescere e diventare ogni giorno più uomo. Provo paura quando invece leggo di queste tue difficili avventure, ma nello stesso tempo sono certissimo che ce la farai ed anche molto bene ... e sarà l’ennesimo passo avanti (il più grosso forse, quello decisivo) verso la tua maturità.
Proprio per questo devo dirti: STRONZO!!!
Intanto perché sai di dover partire da un sacco di tempo e ti sei ridotto ad arrivare a New York senza avere la minima idea di dove dormire. Ma soprattutto perché, stante questa situazione, non hai nemmeno provato a chiedere aiuto al sottoscritto, dandomi un po’ di tempo per trovare una sistemazione.
Adesso ci sto provando (anche se non lo meriteresti!) … spero di ricevere presto qualche notizia.
Ciao. Claudio.
Certo ha ragione Claudio sull'organizzazione ma non credo che da qui sia molto facile. é dura, possiamo immaginarlo, ma tu sei in gamba e lo dimostrerai.
Un abbraccio
stefi
Scusa Enry, telefona a Paris Hilton e fatti ospitare!!!!!
Un ti scurdari i cannoli!!!!!
:-D :-D
Un abbraccio.
Giamby
Claudione...
e io come immagino che hai contatti a NY? In ogni caso ti sarei debitore di qualsiasi forma di aiuto...
Male che vada seguo il consiglio di Giamby e chiamo Paris Hilton... vuoi che un italiano piacione e simpatico se lo lasci sfuggire? =)
Grazie a tutti delle belle parole. Si tira avanti, non ci abbatte davanti a nulla!
Vi terro' aggiornati.
E
ti ho mandato l'indirizzo e il numero di telefono
ciao nino63
Nino grazie di tutto.
Ricevuto tutto, appena ho due minuti di tranquillità mi mobilito anche per quello.
E
Enry ,c'è la festa di san gennaro a little italy,(new york)proprio in un bar che si chiama Cafe' palermo
Nino oggi vedo, magari ci faccio na scappata...
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