martedì 31 agosto 2010

Ottava alba a Milano

Milano,
31st August

8 anni. Praticamente un terzo della proprio esistenza per chi – come me – ne ha 24. Se Milano potesse, se la sghignazzerebbe di gusto nel ricordare quel primo giorno quando ci misi piede e giurai di restarci da alba a tramonto. In mezzo, una bella “chianciuta” dietro il vetro della finestra, a sottolineare il concetto. E invece, 8 anni. Che volete… mi sono perso nella strada di ritorno.

Milano è così, tanto odiata quanto amata. Vissuta a cento chilometri orari come forse nessun’altra città d’Italia. Piena di novità, piena di cambiamenti, forse troppi. Come i miei 5 domicili cambiati e le 8 case d’appoggio d’intermezzo. Un totale di 13 traslochi che se ci pensate, fanno mettere le mani ai capelli. Traslochi vari, traslochi strani, traslochi variopinti. Ora con ottanta valigie, ora solo con trolley ed una tracolla a mano. Tutto per necessità. Necessità di trovare nuove sistemazioni in mezzo ai viaggi fatti – per lavoro e per svago – durante questi anni ed in fondo anche per necessità di cambiare aria per chi, come me, ha paura della routine. 13 follie, ma anche 13 ancore di salvezza, le uniche forse a non aver permesso a Milano di farmi uscire pazzo… Ieri in zona Bocconi, oggi in Zona Pasteur; mettendo in mezzo lo chic di Bueons Aires e il degrado di Giambellino. Milano diverse ma pur sempre sorelle di un’unica famiglia, che – come ogni città – si deve conoscere in lungo ed in largo per saperne parlare. Troppo facile poter dire “Ho visto Milano” quando si conosce solo Piazza Duomo; un po’ come andare a New York e aver visto solo Manhattan (ogni riferimento al mio passato NON è puramente casuale). Bisogna conoscere i parchetti di Milano 3, la nebbia dell’Hinterland meneghino e le stradine buie di Lorenteggio per poter dire “Uè figa, la Madunin la conosco bene!”.

Una vita sempre con la valigia in mano, alla scoperta di tutto quel nuovo che ti accende l’esistenza e ti fa capire che sei una piccola parte di un tutto che va sfogliato piano.
13 traslochi… ed un quattordicesimo da aggiungere. Già perché da Pasteur si cambia ancora e si approda nel verde di Piazzale Abbiategrasso. Stavolta per qualcosa di più che voglia di sfuggire alla routine. Stavolta per un tornado interiore. Per intemperie di sentimenti. O come tanti altri lo chiamano: per amore. Quell’amore che – disse Dante - move il cielo e l’altre stelle.

Filtra il sole dalla finestra, fresco e non accecante. L’estate è ormai un ricordo. Comincia la mia ottava alba a Milano. E non voglio svegliarmi assonnato.

(nella foto): Castello Sforzesco, foto by Matteo Zanini su Flickr