giovedì 10 aprile 2008

All'alba di Pechino 2008. La medaglia che non vincerà nessuno.

Beijng (China),

C’era una volta lo sport. Quell’ideale che sfuggiva ad ogni catena e ad ogni prigione. C’erano una volta le Olimpiadi. L’esaltazione massimo dello sport. Quei giochi, in cui il mondo intero si sfidava col sorriso sulle labbra e la propria bandiera sotto il braccio. Cinque cerchi uniti, incatenati fra loro, che suggellavano la voglia dei popoli di mettere tutto da parte e sfidarsi lealmente per la conquista di una medaglia.
C’era una volta Filippide, l’araldo ateniese che percorse i 37 km che separavano Atene da Maratona, solo per annunciare la vittoria, prima di cadere esanime a terra. Sulla scia di quella leggenda, tanti tedofori hanno macinato chilometri su chilometri, portando in mano la fiaccola della speranza. La speranza che i giochi possano servire a far riflettere il mondo, anche solo per un attimo. La speranza che sotto un'unica bandiera, più popoli trovino la forza di amarsi a vicenda.
Oggi i tedofori che corrono all’alba di Pechino 2008 portano nella fiaccola un carico di rabbia, di male e di dolore. Portano frustrazione, che è alimentata da odio. All’alba di Pechino sorge l’ombra di un Tibet martoriato che chiede libertà al Grande Dragone. “Che la chieda, purchè lo faccia in silenzio” sembrano rispondere al di là della muraglia. Una provocazione. Esattamente come tutte quelle fiaccole spente dai manifestanti, quelle urla nella notte e quella bandiera raffigurante cinque manette. Una provocazione che alimenta altro odio, odio che alimenta altra frustrazione.
La Cina, nazione difficile, popolo complicato, che sembra nutrirsi di potenza ogni giorno che passa. E noi? Noi stiamo a guardare come se la cosa poco ci riguardasse. Il tanto invocato “dialogo” fra le parti lo chiediamo ma non lo pratichiamo noi stessi. E restiamo a pensare nell’intimità delle nostre menti. A pensare che, probabilmente, chi vuol far ragionare la Cina, sbaglia a urlare “Tibet, alza la tua bandiera!” al microfono durante un concerto (Bjork, cantante islandese, durante una sua apparizione a Shanghai). Ad interrogarci se… questi Giochi si devono boicottare o no?
Massimiliano Rosolino, orgoglio azzurro del nuoto pensa di no. “Non boicotto le Olimpiadi se l’Italia fa affari con la Cina. Dispiace che si sia creata questa situazione, ma ci si doveva pensare al momento dell’assegnazione dei giochi a Pechino. Certe cose non le scopriamo ora. E la faccia la dovremo mettere noi atleti.”. Già, la faccia. La faccia di chi a queste Olimpiadi vuole andare per dimostrare quello che vale e i colori che rappresenta. Ma come, in che modo?
Boicottare, non boicottare. Il mondo si divide. Presentarsi alla porta dei cinesi con una bottiglia di champagne in mano, o restare polemicamente a casa? D’altronde USA e Russia insegnano che non sarebbe neanche la prima volta (gli USA non si presentarono a Mosca nel 1980 e i russi ricambiarono non presentandosi a Los Angeles quattro anni dopo).
C’era una volta lo sport. C’erano una volta le Olimpiadi. Oggi restano dei giochi che non si potranno risolvere con un sorriso. E sicuramente, resta una medaglia d’oro che, ahinoi, non vincerà nessuno.

Enricuzzu

(nella foto in alto) Manifestanti tibetani a Dharamsla, India
(nella foto in basso) Le bandiere delle Olimpiadi e della Cina

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono Londoner,
Bello questo articolo, in perfetto stile Enricuzziano...
La Cina , oggi' e' moda parlare male della Cina...
Il Tibet , oggi e' moda parlare bene del Tibet, dire che sono vittime, accusare i Cinesi di genocidio, parlare di boicottaggio nei loro confronti siano queste le Olimpiadi oppure i prodotti in vendita a prezzi bassi nei nostri paesi, mettendo in crisi quelle aziende europee che non hanno pensato a rinnovarsi, a investire in creativita' e tecnologia ma hanno pensato aolo a speculare, gia' per esempio quando la Borsa qualche anno fa' andava forte, quanti imprenditori hanno pensato di rinnovare le proprie tecnologie? Quanti invece hanno pensato che si facevano piu' soldi investendo , anzi speculando in Borsa? Quanti prima dell'avvento del'euro utilizzavano la svalutazione della lira per esportare invece di puntare ad un miglioramento del proprio prodotto?
Oggi e' facile dare la colpa ai cinesi, ma le colpe del fatto che hanno acquisito fascie sempre piu' grosse di mercato sono solo ed esclusivamente di quegli imprenditori che non hanno capito come sarebbe andato il Mondo, che sono stati ingorghi e incuranti dei loro dipendenti, le colpe sono anche dei sindacati che non hanno capito che a volte bisogna anche soffrire se si vuole avere un futuro e non solo sperperare. Tutto andava bene , ci sentivamo invincibili e la storia della cicala e della formica che tutti conoscete non puo' non tornare alla mente in frangenti come questi.
Oggi bisogna dunque distruggere il mostro cinese, la ragione di tutti i mali ( a detta di quelle cicale).
Ecco allora che si cercano tutti i modi per creargli problemi. Questo oggi.
Ma il popolo tibetano non e' perseguitato oggi lo era anche ieri, lo e' da centinaia di anni.
Lo era anche quando le grosse multinazionali americane firmarono contratti miliardari con il governo cinese che reprimeva non solo i tibetani ma anche coloro che all'interno mostravano dissenso verso il regime dittatoriale.
Gia' , il regime dittatoriale cinese. Per chi non sia mai stato in Cina questo regime puo' apparire come qualcosa di estremamente nefausto. Ma chi si e' recato in Cina non oggi ma gia' almeno 10 anni fa' sapra' che non e' cosi'. La Cina e' un insieme di stati etnicamente diversi, che parlano anche lingue diverse, in particolare tutti conoscete la differenza tra il cantonese eil mandarino.
Stati composti per la maggior parte da gente che purtroppo non e' matura per la democrazia nel senso come lo intendiamo noi.
Dare tutte le liberta' a questi popoli vuol dire creare il caos piu' assoluto, la guerra civile.
---segue prossimo post---

Anonimo ha detto...

segue post Londoner...

In una situazione in cui ipoteticamente venissero concesse ai cinesi le liberta' di stampo occidentale, si creerebbe una situazione terribile, unpo spargimento di sangue di proprzioni inimmaginabili. La mafia cinese gia' per se' molto attiva controllerebbe tutta la loro economia e certamente le multinazionali americane e europee oppure anche quelle arabe avrebbero il pieno controllo di tutte le attivita' del Paese.
Le liberta' individuali in Cina vanno applicate un passo alla volta e vi assicuro che moltissimi passi sono stati fatti negli ultimi 10 anni, solo che e' moda non dirlo, e' utile, a chi sogna di impadronirsi dell'economia cinese per risolvere i problemi finanziari che la stanno portando alla bancarotta (USA e di riflesso Europa), parlare male dei cinesi e nel nome di una pseudoliberta', manipolare l'opinione pubblica mondiale per accusare il governo cinese.
Il Tibet ce l'ho a cuore da sempre, mi chiedo solo perche' invece di boicottare le olimpiadi, che ricordiamoci, dovrebbero sempre essere eventi portatori di pace, non boicottiamo invece quelle multinazionali che con i loro contratti miliardari hanno appoggiato il governo cinese che reprimeva questo popolo. Perche' hanno chiuso gli occhi allora e manipolano l'opinione pubblica ora??? Sono entrati in Cina in punta di piedi , hanno preferito produrre in quei paesi per avere maggiori utili, incuranti delle condizioni dei lavoratori, incuranti di quanto studenti si ribellassero e venissero massacrati, incuranti del genocidio dei tibetani. Ora che sono entrati in punta di piedi a casa loro, si vogliono impadronire di tutto. Il Tibet avra' le sue liberta' come tutti i popoli cinesi ma un passo alla volta. E' necessario se non si vorra' un giorno che la vera cultura tibetana sara' distrutta nel nome di Nike o McDonalds e di una presunta liberta'. La liberta' di poter dire qualsiasi cosa . Ma di poter essere ascoltato solo quando cio'^conviene a chi comanda.
Boicottiamo le olimpidi? NO, perche' e' solo un evento sportivo.
Boicottiamo le multinazionali? SI perche' sono le vere responsabili o complici delle stragrande maggioranza dei genocidi siano questi in Cina che in altri paesi.
Cio' a mio modesto parere.

Anonimo ha detto...

nuovo post Londoner

Ma avete mai provato a ipotizzare una situazione nella quale la Cina dice OK diamo l'indipendenza al Tibet?
Avete provato a chiedervi cosa succederebbe?
La maggior parte delle altre repubbliche cinese chiederebbero lo stesso , con due possibili conseguenze:
1)guerra civile e milioni di morti
2) la Cina cosi' come oggi sparisce, compaiono tanti paesi indipendenti da Pechino ma DIPENDENTI dal FMI e dalle multinazionali ( anche europee tipo Peugeot).
Cosa vuol dire cio' per la nostra economia? E mi riferisco all'economia europea.
Vuol dire la perdita di un mercato in espansione continua.
Vuol dire che il mercato cinese diverrebbe il mercato dove enormi possibilita' di sviluppo avrebbero le grosse aziende con conseguente ulteriore disoccupazione in Europa e appiattimento culturale cinese.
Cosa vuol dire appiattimento culturale cinese per noi?
Vuol dire che la nostra industria , che si basa essenzialmente in medio piccole imprese ( se guardiamo ad un'ottica mondiale) che si basa sulla personalizzazione del prodotto, sulla qualita', sui marchi, verrebbe surclassato dalle aziende che puntano tutto su pubblicita' e basso prezzo.
Nella moda i vari Dolce e Gabbana, Zegna o Louis Vuitton oppure Christian Dior verrebbero rimpiazzati da Banana Republic o Gap o Nordstrom.
Il mercato cinese per noi e' essenziale in quanto e' un mercato che ci consente di valorizzare i nostri prodotti di lusso presso una crescente popolazione cinese , i cosiddetti nuovi ricchi, che vogliono apparire e che chiedono i nostri prodotti piu' di quelli delle grosse catene americane.
E' un mercato ancora nemmeno tanto sviluppato dal punto di vista dell'export, con notevoli margini di miglioramento per esempio , se guardiamo all'Italia, sia del punto di vista dell'industria alimentare che di quella del turismo.
Il nostro obiettivo deve essere qualita', creativita', personalizzazione , nicchia. Non possiamo competere invece nello sfruttamento della vendita alle masse, questo settore e' in mano americana.
Allora vi chiedo : siete europei o americani? Quali interessi ritenete piu' opportuno tutelare?
I Cinesi copiano? Mi va benissimo!
Penserete che sono matto.
Non credo di esserlo, solo per esperienza lavorativa personale quando vado in Cina non vendo mai i miei prodotti, li mostro per far vedere la mia creativita' ma poi gli affari li faccio con articoli prodotti esclusivamente per loro.
In questo modo copiano si ma solo quello che ho prodotto per loro, dando la possibilita' alla mia azienda di far lavorare i nostri dipendenti e alla loro di far lavorare i loro dipendenti contribuendo cosi' a creare ricchezza sia nel nostro paese che nel loro dove un'aumento della stessa mi consentira' di fare ulteriori ordini e cosi' via...
Certo sarebbe piu' facile vendere la mia collezione cosi' come e', avrei minôri costi, maggiori guadagni ma a breve termine e invece penso che un buon imprenditore debba pensare al lungo termine e debba saper gestire le situazioni non secondo schemi prestabiliti ma sulla bese delle esigenze che ogni situazione richiede.
Ecco perche' auspico che non vengano boicottati i prodotti cinesi poiche' piu' loro vendono piu' vendiamo noi. Non e' vero che sono nostri concorrenti, sono invece complementari al nostro sviluppo.
Chi vuole distruggere la Cina non tutela i nostri interessi. Chi parla di liberta' deve spiegarmi perche' ne parla solo ora e non prima, chi manipola informazione e masse dovrebbe essere responsabile di crimini contro l'umanita'.
Io sono per la tutela di tutti i diritti individuali, auspico una Cina dove questi diritti vengano rispettati , ma proprio per ci0 ritengo che debba e possa avvenire solo un passo alla volta.
Sono un grosso fautore della globalizzazione, ma di una globalizzazione vera dove tutte le culture vengano valorizzate e non da un appiattimento culturale che significa scomparsa di tutte le culture.
Non mi piacciono gli antiglobal, soprattutto quelli violenti, credo che siano anch'essi manipolati, poiche' con i loro comportamenti violenti giustificano la repressione del pensiero di coloro che sognano un mondo diverso, un mondo dove ognuno possa esprimere la propria cultura e ognuno possa ascoltare l'altro.
Un mondo cosi' non si ottiene ne' con le guerre e nemmeno con il boicottaggio e non avviene dall'oggi al domani. Un mondo cosi' si costruisce per gradi e con la conoscenza e il rispetto delle altrui culture, con uno scambio culturale vero e non l'imposizione di una cultura, sia questa pure fautrice di liberta' individuali, sulle altre.

rosaneroworld ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Enricuzzu ha detto...

Mauri,
hai ragionissima e ho tentato di sottolinearlo, sul concetto del "bisognava pararne prima". E altrettanta ragionesul fatto che la Cina non potrebbe permettersi di alzarsi una mattina e dare l'indipendenzam al Tibet.
Forse però potrebbe fermrsi a riflettere che pur dominando, potrebbe dare libertà d'espressione e protesta (non credo che una manifestazione di monaci che urlano sia un pericolo), e provare a instaurare il tanto famoso "dialogo" per spiegare le proprie ragioni.

Sui Giochi che dire. Non credo che sia "solo" sport. Cosi almeno SAREBBE dovuto essere, ma cosi non è. E lo pagheremo.

Un abbraccio

Enricuzzu ha detto...

rosaneroworld,
avevo letto un tuo commento, ma dopo mi è spuntato che è stato cancellato... io non ho toccato nulla però...

rosaneroworld ha detto...

Ciao Enricuzzu, nn so cosa sia successo al mio commento!boh?Cmq avevo scritto che non sono daccordo con quanti dicono che lo sport deve sempre e comunque andare avanti, di fronte alla immagini giunte dal Tibet non si deve far finta di niente. La Cina è diventata una super potenza economica ma dal punto di vista dei diritti umani latita parecchio, non mi riferisco solamente alla questione tibetana. Credo altresì che l'Europa dovrebbe avere una posizione comune, cè chi dice tra i leader dei vari paesi che diserterà la presentazione delle olimpiadi, chi dice che andrà, credo che alcune questioni dovrebbero essere discusse in sede Europea che, come sappiamo, è molto unita dal punto di vista economico nel prendere delle decisioni e lo è poco da quello strategico dove spesso si assumono posizioni ancora fin troppo nazionali. Ad ogni modo quello che ho visto in questi giorni attorno al giro intorno al mondo della fiaccola mi ha rattristato molto, vedere la fiaccola olimpica scortata nel suo percorso mi ha fatto comprendere di quanto questa situazione sia grave e che non si possa far finta di nulla. Lo sport non deve sempre e cmq continuare!