sabato 30 ottobre 2010

Non c'è un'altra vita...

Milano,
October 28th

La luce che filtra dalle finestre, sottile, che quasi ti perfora l'occhio. I muscoli stanchi, seppur hanno lavorato poco stasera, che rendono il paraspalle pesante come non mai. Un macigno che ti stringe senza farti respirare. Il rumore secco dei tacchetti che battono per terra che rimbomba nello spogliatoio facendomi intendere che son solo, fra mille domande e zero risposte. Non accendo la luce nella doccia, meglio farla al buio, per paura di vedere allo specchio il riflesso di un'immagine che stasera proprio non mi va di incrociare. L'acqua calda scivola lenta sulla pelle come qualcosa di invidiato come poco altro; sarebbe bello avere qul buco di scappaoio dove infilarsi e salutare il Mondo. Torno a sedermi, sistemo le protezioni, piego l'asciugamani e fisso le scarpette ancora con invidia; nere, stemma bianco, marca semplice. Avrei anche io voluto avere una vita semplice, ma in fondo sono come loro, ricoperte di fango che fatica a levarsi.

Corro con la mente al campo, anche se il Campionao è lontano. Si corre sull'erba come nella vita. Prendendo mazzate, dandole in cambio, sperando di azzeccare il lancio giusto che ti cambi la vita o intercettare quell'attimo fuggente che chissà quando mai si ripresenterà. Poi il tempo passa e dalle tu mani scivola tutto, tranne appunto le mazzate. E a te vien voglia di chiedere il cambio, abbattuto. Giocatela voi la mia vita, che io non ho più voglia... Vai per uscire e - sorpresa - ti accorgi che non c'è panchina, non c'è bordocampo, non c'è nulla. Ci sei solo tu che da quel campo non puoi uscire, mentre gli altri ti guardano ridacchiando. Stai mollando, stai perdendo. No, no. Non può andare così. Rimetto il casco e torno in formazione, anche se non sono molto convinto. Servirà il primo contatto a farmi ritornare vivo. A farmi capire che non abbiamo una vita di riserva da vivere e per questo dobbiam vivere ogni attimo - seppur tremendo sia - al cento per cento perchè di quello dopo non vi è certezza. Cambi non ne abbiamo, cambi forse non ne vogliamo. Arriva il primo contatto... cadrò, resterò in piedi? Non lo so, ma imparerò come muovermi a quello dopo. Non c'è un'altra partita, c'è questa partita. Non c'è un'altra vita, c'è questa vita. Ed io voglio vincerla.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo, complimenti!