October 28th

Corro con la mente al campo, anche se il Campionao è lontano. Si corre sull'erba come nella vita. Prendendo mazzate, dandole in cambio, sperando di azzeccare il lancio giusto che ti cambi la vita o intercettare quell'attimo fuggente che chissà quando mai si ripresenterà. Poi il tempo passa e dalle tu mani scivola tutto, tranne appunto le mazzate. E a te vien voglia di chiedere il cambio, abbattuto. Giocatela voi la mia vita, che io non ho più voglia... Vai per uscire e - sorpresa - ti accorgi che non c'è panchina, non c'è bordocampo, non c'è nulla. Ci sei solo tu che da quel campo non puoi uscire, mentre gli altri ti guardano ridacchiando. Stai mollando, stai perdendo. No, no. Non può andare così. Rimetto il casco e torno in formazione, anche se non sono molto convinto. Servirà il primo contatto a farmi ritornare vivo. A farmi capire che non abbiamo una vita di riserva da vivere e per questo dobbiam vivere ogni attimo - seppur tremendo sia - al cento per cento perchè di quello dopo non vi è certezza. Cambi non ne abbiamo, cambi forse non ne vogliamo. Arriva il primo contatto... cadrò, resterò in piedi? Non lo so, ma imparerò come muovermi a quello dopo. Non c'è un'altra partita, c'è questa partita. Non c'è un'altra vita, c'è questa vita. Ed io voglio vincerla.
1 commento:
Bellissimo, complimenti!
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