La tovaglia distesa sulla sabbia ancora non si arriccia col vento. Non c’è tanto vento d’altronde stasera. Dietro me, una famiglia numerosa e rumorosa ha acceso uno stereo dal quale escono canzoni che con la musica vera fanno sonoramente a botte, e discute animatamente sotto un gazebo, il quale se venisse giù e li schiacciasse tutti, farebbe un favore all’umanità. Accanto a me i miei amici si domandano come mai se dovevamo andare prima in quel posto e poi in quell’altro, ci ritroviamo ora tutti col naso all’insù in spiaggia alla ricerca di qualche stella cadente. “Dai Enri, dicci quante ne vedi...” mi apostrofano sorridendo. Loro di stelle cadenti negli anni, ne hanno viste così tante che la metà basta. E sanno che invece io in vent’anni non dico una, ma non ne ho sfiorata neanche mezza. Sono il classico sfigato che quando guarda a destra una stella sfreccia a sinistra, e quando si giro di scatto a sinistra per intravederla, un’altra sfreccia veloce a destra. Giuro, pagherei per vederne una.
Poco distante da me, un cane randagio esce dall’acqua infreddolito e ricoprendosi di sabbia si sdraia alla ricerca di un po’ di calore. Il naso è all’insù, gli occhi tremanti, sicuramente più umani di quelli di molti uomini.
Ma proprio mentre sorrido guardandolo, accade il miracolo. Di fronte a me sfreccia silenziosissima una stella grandissima. Così, senza preavviso. La coda è così luminosa e lunga che sembra esserci scritto per lungo “se non mi vedi ora sei proprio un pirla!”. E ora che faccio? Ho sempre desiderato di veder passare una stella cadente… e ora che sta passando che diavolo desidero? Non vale. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal suono delle onde. Esprimo un desiderio e apro gli occhi. Dietro di me il gazebo è ancora in piedi, ma la famiglia rumorosa non c’è più. Mi giro, sono solo. I miei amici non li vedo ma sento che ci sono. Come le stelle al mattino. Forse il mio desiderio si sta già avverando… Siamo solo io, il cielo e un’enorme stella che è già sfrecciata. Solo noi. Anche troppi per i miei gusti.
La tovaglia si arriccia con un soffio di vento e mi sfiora la gamba riportandomi alla realtà. I miei amici continuano a ridere e scherzare e la famiglia dietro non è più neanche tanto rumorosa. Il cane poco distante da me non trema più e dorme sereno. Forse anche lui ha visto sfrecciare un stella cadente.
Enricuzzu
(nella foto) "Notte di San Lorenzo" di Antonella Affronti
Poco distante da me, un cane randagio esce dall’acqua infreddolito e ricoprendosi di sabbia si sdraia alla ricerca di un po’ di calore. Il naso è all’insù, gli occhi tremanti, sicuramente più umani di quelli di molti uomini.
Ma proprio mentre sorrido guardandolo, accade il miracolo. Di fronte a me sfreccia silenziosissima una stella grandissima. Così, senza preavviso. La coda è così luminosa e lunga che sembra esserci scritto per lungo “se non mi vedi ora sei proprio un pirla!”. E ora che faccio? Ho sempre desiderato di veder passare una stella cadente… e ora che sta passando che diavolo desidero? Non vale. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal suono delle onde. Esprimo un desiderio e apro gli occhi. Dietro di me il gazebo è ancora in piedi, ma la famiglia rumorosa non c’è più. Mi giro, sono solo. I miei amici non li vedo ma sento che ci sono. Come le stelle al mattino. Forse il mio desiderio si sta già avverando… Siamo solo io, il cielo e un’enorme stella che è già sfrecciata. Solo noi. Anche troppi per i miei gusti.
La tovaglia si arriccia con un soffio di vento e mi sfiora la gamba riportandomi alla realtà. I miei amici continuano a ridere e scherzare e la famiglia dietro non è più neanche tanto rumorosa. Il cane poco distante da me non trema più e dorme sereno. Forse anche lui ha visto sfrecciare un stella cadente.
Enricuzzu
(nella foto) "Notte di San Lorenzo" di Antonella Affronti
2 commenti:
Bellissimo anche questo articolo,
non lo leggevo da un pò di tempo,
ma per me è sempre una grande gioia leggerti.
Un bacione
E' stupenda ... per un attimo ho chiuso gli occhi e mi sono trovata sulla spiaggia di San Lorenzo...
Complimenti anche da Ramona,
Giuliana
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